Stonyhurst. Vedere con chiarezza
Mi è sempre piaciuto andare a scuola e dare il meglio di me. Studiare metodicamente e con passione è faticoso, ma mi ha permesso di crescere e mi ha dato gli strumenti indispensabili per comprendere al meglio il mondo che mi circonda. Nonostante ciò, le informazioni presenti nei libri scolastici non mi sono mai bastate. Le ho sempre trovate riduttive, limitate, talvolta ho addirittura pensato che qualcuno intendesse volontariamente limitare i miei orizzonti. Per questo motivo ho sempre dedicato una buona parte del mio tempo a andare oltre, a approfondire, esplorando e assimilando quanto più mi attrae.
Mi chiamo Luca, sono uno studente dell’Istituto Massimiliano Massimo di Roma. La Compagnia di Gesù mi ha offerto la possibilità di spendere il mio quarto anno di Liceo presso lo Stonyhurst College nel Regno Unito. Dopo la testimonianza di Filiberto sul progetto e di Chiara sulla Mission, vorrei parlare di qualcosa che ha più a che fare con la quotidianità dell’insegnamento.
Stonyhurst è una scuola che offre un’ottima preparazione accademica incardinata sui principi della tradizione educativa della Compagnia di Gesù, cui appartiene fin dalle sue antiche origini. Non soltanto, quindi, gli studenti del College conseguono ottimi risultati negli esami esterni di fine corso, ma soprattutto imparano a pensare indipendentemente e secondo coscienza. Qui, come nella mia scuola di provenienza, veniamo costantemente incoraggiati a rendere il nostro pensiero indipendente anche talvolta rispetto ai nostri stessi libri di testo. Questo modo di apprendere caratterizza sia le lezioni sia le numerose attività extracurriculari che ci vengono offerte e fra le quali possiamo e dobbiamo scegliere, volte ad ampliare i nostri orizzonti. Non ci prepariamo semplicemente a passare qualche esame, ma apprendiamo a ragionare e a creare qualcosa di nuovo.
Tutto comincia durante le lezioni. Ho in mente il mio professore di Filosofia che, dopo essere entrato in classe, ci comunica che il lavoro svolto nel primo mese e mezzo di scuola non è particolarmente rilevante al fine di superare l’esame finale. Infatti stavamo semplicemente imparando a pensare, discutere e filosofare. Per preparare l’esame, a suo dire, ci rimane sicuramente abbastanza tempo. Credo che quelle lezioni siano state fra le più emozionanti della mia vita. Le nostre menti fluttuavano libere nel pensiero di grandi filosofi di epoche diverse, e insieme discutevamo su chi avesse ragione e cercavamo di analizzare criticamente diversi punti di vista. L’insegnante interveniva raramente, solo per ricondurci dolcemente in pista nel caso finissimo erroneamente in una strada senza uscita e per darci qualche spunto di riflessione. Ma questa non è neanche un’esperienza così fuori dalla norma qui a Stonyhurst. Basti pensare al professore di Storia, che ci interpella e ci guida alla riflessione sulle dispute fra vari storici e che ci chiama a stabilire chi fra questi abbia ragione e perché. Penso alle lezioni d’Inglese, durante le quali vestiamo i panni dell’autore di opere d’immenso spessore, che cerchiamo in parte di modificare e riscrivere. La principale preoccupazione di ogni singolo professore è il metodo di ragionamento, il modo di pensare; per i dettagli che riguardano il contenuto in sé c’è sempre tempo a sufficienza, soprattutto dopo aver scoperto qual è la via migliore per apprenderli.
Inoltre veniamo costantemente invitati a prendere parte a attività e corsi di ogni sorta e relativi a ogni area di conoscenza. Si passa dai corsi più classici, come quelli di lingua o di diversi tipi di arte, a esperienze uniche che rivivrò difficilmente in vita mia. Una volta a settimana un personaggio di grande calibro, esperto nel suo proprio campo, visita la scuola, tiene un discorso e interagisce con gli studenti. Solitamente, si tratta di membri del parlamento, lord, professori universitari e scrittori. Parlano di economia, di politica, di storia e di molto altro. Qualche volta, addirittura, capita di pranzarci o cenarci insieme, come mi è successo recentemente con Lord Alton, che mi ha invitato personalmente ad accompagnarlo a pranzo per ascoltare le mie idee e rispondere alle mie domande. Non è tutto. Io per esempio seguo anche un corso di retorica e di dibattito, sto organizzando una spedizione nei parchi naturali della Snowdonia e gestisco, insieme ad un gruppo di altri 5 ragazzi, i rapporti con una scuola dei padri Gesuiti nello Zimbabwe, discutendo insieme ai loro studenti temi come il cambiamento climatico, la povertà e la guerra.
Questo è solo una parte delle attività in cui sono direttamente coinvolto. Queste sono talmente tante che sarebbe lungo ricordarle tutte una per una, e ognuno di noi ne sceglie più d’una. Portare avanti con la dovuta attenzione tutti questi impegni non è per niente facile, se si pensa che devono essere combinate allo sport, allo studio di quanto spiegato in classe e all’approfondimento personale. Ma vale veramente la pena. Sento di stare diventando una persona migliore. Queste esperienze non mi aiuteranno solo a realizzare i miei obiettivi in ambito accademico, ma rimarranno sempre nella mia mente ovunque andrò e qualunque cosa farò.
Spesso mi viene domandato qual è il segreto dell’educazione dei Padri gesuiti e perché sono così fiero di frequentare scuole della Compagnia. L’esperienza di cui ho dato testimonianza in questo mio intervento credo possa contribuire a dare una risposta. Ma c’è ancora molto altro, di cui i miei compagni di Stonyhurst parleranno nei prossimi articoli.
Sono e sarò eternamente riconoscente ai Padri gesuiti e ad entrambe le mie scuole, il Massimo e Stonyhurst, per quanto mi viene trasmesso ogni giorno e per le possibilità che mi offrono. Ritengo che essere educato alle scuole delle Compagnia di Gesù sia una delle mie più grandi fortune, e di questo sarò sempre grato.
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