Scuole. Trovare nella musica la propria strada: “Diamoci un tono 2015”
I brividi per la voce di Anna, alunna di prima media al Leone XIII di Milano, vincitrice della sezione cantanti. L’ammirazione per Antonio – stessa scuola, ma al liceo – che suonando Beethoven al piano ha conquistato il primo posto tra gli strumentisti. L’entusiasmo per la vittoria, nella categoria gruppi, dei Five Hundred, liceali del Sociale di Torino capaci di far ballare anche i sassi sulle note di Elvis Presley. La finale di “Diamoci un tono”, svoltasi venerdì 15 maggio nel teatro (strapieno) del Sociale, è stata tutto questo e molto di più: una serata speciale, in cui si sono toccati con mano il talento dei ragazzi e la capacità delle scuole dei gesuiti di fare rete, annullando le distanze e superando i confini.
Partito nel 2011 come una competizione interna al Sociale, “Diamoci un tono” è diventato dal 2014 un concorso musicale aperto a tutte le scuole che fanno riferimento alla Compagnia di Gesù in Italia e Albania: Torino, Milano, Roma, Napoli, Messina, Palermo e Scutari si sono sfidate con impegno a partire dalle semifinali di marzo. Ogni istituto ha svolto selezioni interne per scegliere i semifinalisti, pubblicandone poi i video su YouTube; tutte le altre scuole hanno quindi votato le esibizioni, e i migliori sono arrivati alla finale di Torino. Dove si è cantato e suonato, certo, ma non solo: l’Istituto Sociale, infatti, ha organizzato per tutti vari momenti di condivisione, tra cui una visita alla città.
“Diamoci un tono” è un bambino che sta crescendo velocemente, e la tecnologia gli dà una mano: tra le novità di quest’anno, infatti, ci sono state la partecipazione del liceo Meshkalla, in hangout da Scutari per tutta la serata, i video di alcuni partecipanti che non sono riusciti a venire a Torino (straordinario quello di Vita, voce jazz da pelle d’oca, alunna del CEI di Palermo) e il racconto della finale sulla pagina Facebook Dal Papa, che dal 7 giugno 2013 (incontro delle scuole della rete ignaziana con Papa Francesco, in Vaticano) accompagna il cammino delle 7 scuole dei gesuiti in Italia e Albania.
Ma le distanze si annullano soprattutto con lo spirito, e quello della finale di Diamoci un tono è stato davvero meraviglioso: è stata una festa dell’amicizia, di un modello educativo che non si accontenta mai di trasmettere nozioni ai ragazzi ma vuole coinvolgerli fino in fondo, valorizzando le ricchezze di ognuno e seguirli nella crescita con quella cura personalis su cui Ignazio, cinque secoli fa, aveva puntato tutto. Può darsi che qualcuno troverà nella musica la propria strada, oppure no: l’importante è che imparino a riconoscere i propri talenti e a metterli al servizio degli altri.
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