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News Activity Roma. Quale futuro per il digitale applicato alla didattica?

Roma. Quale futuro per il digitale applicato alla didattica?

didattica digitale

“Invece di maledire il buio, accendi una candela” amava dire Madre Teresa di Calcutta.

Il trasferimento delle metodologie in presenza alle metodologie a distanza, delle metodologie cartacee a quelle digitali non deve far cadere nell’errore di fare stare il vecchio nel nuovo. La strada da percorrere è il ribaltamento di alcuni stereotipi, per aiutare a ridefinire i confini di una didattica che oggi è a distanza e che si avvicini ad essere anche digitale.

La didattica a distanza non può tenere il peso della lezione frontale. Introdurre la “complessità” (per dirla con Edgar Morin) può aiutare il processo di apprendimento, poiché non chiede nozioni o conoscenze secche, ma abilita un ragionamento attraverso temi complessi e articolati, che richiedono una elaborazione per fare emergere le competenze reali.

Questa fase di didattica a distanza è il momento ideale per sperimentare il passaggio al compito di realtà.  Dare compiti “difficili” –  come un compito autentico – significa cercare l’eccellenza, il “di più” (magis). Più che mai in questa fase è importante stimolare la realtà e portarla nella teoria, costruire contenuti che stimolino gli studenti dentro ragionamenti complessi e non ripetitivi.

Riprodurre da remoto i tempi della presenza è fuorviante poiché con la didattica a distanza siamo al cospetto di un medium diverso. NeIla didattica a distanza diviene quanto mai attuale una revisione della progettazione curricolare slegata dall’idea di programma, con la costruzione di curricoli anche temporalmente al passo con il processo di apprendimento degli studenti.

L’attività didattica in videoconferenza con modalità che ripetono una situazione in presenza, deve dare spazio alla centralità dello studente e alle sue domande dalle quali si può percepire la profondità e l’interesse.

Il processo si compie attraverso il coinvolgimento degli alunni ma anche delle famiglie ed è fondamentale il sostegno dei dirigenti scolastici in questo passaggio di innovazione.

Fabrizio Olati
Referente per le Tecnologie
Fondazione Gesuiti Educazione
f.olati@gesuitieducazione.it

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