Grecia. I nostri maturandi “sulle spalle dei giganti”

Chiamiamo questo viaggio “Sulle spalle dei giganti” per esprimere il significato profondo dell’incontro con questa terra e questo popolo, culla della civiltà occidentale, ricco di storia, cultura, arte, filosofia, ma anche così provato dalle condizioni economiche degli ultimi decenni.
Ai ragazzi partecipanti dalle varie scuole della nostra rete, è stato chiesto di “rileggere” ignazianamente le giornate che vivevano, per sedimentare, rivivere, interiorizzare. Riportiamo di seguito i resoconti di alcune delle giornate, dalla “penna” dei ragazzi, grazie al coordinamento di P. Salvo Collura SJ. Buona lettura!
SULLE SPALLE DEI GIGANTI – #1
di Beatrice (Ist. Massimo Roma)
Nella semplicità di un piccolo museo, immerso nella grande preziosità dell’antichissimo sito archeologico di Delfi, si possono ammirare diversi attimi di storia.
Dapprima piccoli, per ricordarci di quanto sia il tempo che ci separa da questi, e subito dopo grandi, immensi, in ricordo di quanto dall’antichità si possa imparare l’arte delle grandi imprese, sofferte, ma vinte. Tra una chiacchera con i compagni e facendosi spazio tra turisti provenienti da diverse parti del mondo, troviamo i fratelli Cleobe e Bitone, rappresentanti in una ancora elementare fisionomia che si evolve passo dopo passo tra le sale del museo. Ancora le storie di Omero, dalle pagine dei libri di letteratura alle immagini, statiche ma così dinamiche, dritte davanti ai tuoi occhi, a guardarti, a sfidarti. Uomini infiniti scolpiti nello spazio finito di un fregio, che combattono giostrati da una forza superiore, implacabile, che si esplica nelle decisioni degli dei, così narra l’Illiade. Nell’Odissea, al contrario, è l’uomo ad essere protagonista ed ultima parola del suo destino. Un pensiero che moltissimo si avvicina al libero arbitrio di cui Dio fa padroni i Cristiani. Ma come potrebbe mancare, dopo tanti combattimenti tra uomini, un pizzico di eleganza femminile? La sala più luminosa del museo, vi attende. Luminosa come il sole che ti accompagna visitando il sito archeologico, sempre che tu sia fortunato. Protagonista di ettari che si estendono ripidi lungo una collina è Apollo, ma soprattutto, una splendida vista sui valichi montuosi che sa tanto di freschezza.
SULLE SPALLE DEI GIGANTI – #2
di Letizia e Sofia (Ist. Gonzaga Palermo)
Il nome Meteore preannuncia qualcosa di spaziale, oltre la nostra quotidianità. Sotto un certo punto di vista è vero. Non si tratta di meteoriti ma di un complesso di meravigliosi monasteri costruiti sulle verdi montagne greche che ci hanno accolto nei loro meandri, il nostro terzo giorno di viaggio. Non ci sono parole per descrivere la bellezza, la sacralità di questi magici monasteri i quali grazie ad una piccola offerta consentono di compiere un viaggio nel tempo alla scoperta delle bellezze della cultura greca.
Durante la visita abbiamo avuto un’opportunità di ammirare il paesaggio che incornicia le abbazie… dire che siamo rimaste senza fiato è riduttivo!
Entrare in questi meravigliosi monasteri ha rafforzato in maniera consistente la nostra fede in Dio, ci ha reso più consapevoli del fatto che la bellezza si trovi sempre nelle piccole cose, quanto anche un solo dettaglio sia degno d’importanza.
SULLE SPALLE DEI GIGANTI – #3
di Sofia (Leone XIII Milano)
Passeggiando tra le vie di Atene, è impossibile non soffermarsi sulle celebri parole di Johann Winckelmann : “Il buon gusto, che va sempre più diffondendosi sulla terra, cominciò originariamente a formarsi sotto il cielo greco”. Oggi, mercoledì 13 novembre, abbiamo tutti avuto l’occasione di concepire in maniera profonda le parole del teorico dell’arte neoclassica. Immersi nella contemplazione della sublimità dell’Acropoli ateniese, del Partenone e dello stadio panatenaico, le nostre coscienze hanno compiuto implicitamente un’estrema sintesi della storia umana, conciliando armonicamente il passato, presente e il futuro dell’uomo, sfumando le delimitazioni labili tra queste distinzioni storiche. Dai monumenti dell’antichità, infatti, l’essere umano è portato inevitabilmente a riflettere sulla propria contemporaneità, proiettando quindi le considerazioni in una dimensione futura. Benché la pioggia insistente potesse inizialmente apparire un ostacolo all’apprezzamento delle opere all’esterno, quali l’Acropoli ateniese e lo stadio panatenaico, queste condizioni meteorologiche avverse hanno in realtà accentuato e approfondito le riflessioni che scaturiscono naturalmente dall’ammirazioni di luoghi simboli della ricchezza della storia umana: infatti, proprio la constatazione della piccolezza dell’uomo davanti alla natura e del potere devastante di quest’ultima ha conferito ulteriore solennità, quasi convertibile in sacralità, alle nostre visite. Il sipario della nostra giornata si è aperta, quindi, con una visita dello stadio panatenaico, ma la parte più ingente della nostra mattinata si è svolta nell’ammirazione dei reperti della grandiosità del mondo greco arcaico conservati nel museo dell’Acropoli di Atene. Il tempo trascorso in quell’oasi di “nobile semplicità” e “quiete grandezza”, come la definirebbe Winckelmann, ci ha consentito ancora una volta di trascendere la dimensione terrena e sfiorare simbolicamente con le dita la mentalità di una società fiorita e tramontata migliaia di anni fa. Proprio la possibilità di sperimentare questa “estasi” unita al riconoscimento delle radici greche del patrimonio culturale italiano fa di questi luoghi una tappa fondamentale nella piena maturazione del cittadino contemporaneo. Quindi, la guida Dyonisos ci ha fatti immergere completamente nell’incantesimo delle statue risalenti al periodo greco arcaico, dei vasi raffiguranti scene di vita quotidiana e degli elementi architettonici che rendono la civiltà greca rinomata in tutto il mondo, quali le cariatidi dell’Eretteo e i fregi del Partenone. La guida ha reso l’apprendimento ancora più immediato tramite svariati collegamenti tematici con i campi della matematica, della politica, della religione, della fisica e della letteratura, illustrandoci la pervasività e la trasversalità della cultura greca in ogni campo del sapere umano. Quindi, dopo questo momento di estasi mistica di assorbimento delle testimonianze della grandiosità della cultura greca conservate nel museo, ci siamo incamminati verso l’Acropoli, culmine di questa sintesi trascendentale scaturita durante la mattinata. Siamo abituati a conoscere il Partenone dai libri scolastici, ma stamattina abbiamo avuto l’opportunità preziosa di confrontarci realmente con l’imminente maestosità dell’emblema architettonico greco. Ancora una volta, alla mente è rievocata la piccolezza umana, ma questa volta non nei confronti della natura, bensì dell’immensità delle civiltà passate. Il Partenone, come anche l’Eretteo, è il simbolo di un popolo la cui grandezza è stata in grado di trascendere la dimensione temporale, a tal punto che migliaia di anni dopo è un monumento ancora apprezzabile dalla comunità umana: che cosa resterà, a migliaia di anni da oggi, della nostra contemporaneità?
Quindi, con le coscienze sature dalle visite catartiche della giornata, siamo ripiombati nella concretezza della giornata, ci siamo allontanati dall’Acropoli e a pranzo abbiamo apprezzato specialità gastronomiche locali.
Alla fine di oggi, penso di poter parlare a nome di tutti quando dico che è stata un’esperienza che permette di rivalutare le priorità che si percepiscono nella vita odierna. Ormai, il valore estetico della realtà è subordinato a quello pratico e utilitaristico: tuttavia, forse sarebbe il caso che tutti si immergessero nella maestosità di questi emblemi della cultura greca, non solo per imparare dagli antichi ma anche per astrarsi dalla frenesia delle nostre vite. Come affermerebbe Dostoyevsky, “la bellezza salverà il mondo”, ed è proprio nei luoghi che abbiamo avuto la possibilità di contemplare oggi che si capisce a fondo questo messaggio.
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