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Carlo Acutis, a scuola di santità

Carlo apparteneva ad una famiglia benestante milanese. Frequentò la scuola materna presso l’asilo comunale di Parco Pagano a Milano dal 1995 al 1997. Nel settembre del 1997 venne iscritto all’Istituto San Carlo di Milano.

Dopo soli 3 mesi, tuttavia, la famiglia decide di spostarlo presso l’Istituto Tommaseo, delle suore Marcelline. All’inizio Carlo era dispiaciuto dello spostamento, ma ben presto si adattò al nuovo ambiente trovando un’accoglienza calorosa e famigliare.

Carlo era uno studente molto diligente, rispettoso e vivace, ricordato dalle Suore come un ragazzino speciale. Amava la compagnia ed era sempre circondato dai suoi compagni. La sua bontà e generosità si manifestava nell’aiuto e nella disponibilità verso chi si trovava in difficoltà. Parlava con i suoi amici e compagni della fede e dei valori della Chiesa. Andava a Messa assiduamente e la sua conoscenza della fede era così profonda che spesso, quando durante l’ora di religione l’insegnante non si ricordava alcune letture del Vangelo, chiedeva a lui.

Nel settembre del 2005 Carlo iniziò a frequentare il Liceo Classico presso l’Istituto Leone XIII di Milano, diretto dai Padri Gesuiti. Qui sviluppò pienamente la sua personalità. Iniziò, insieme ad uno studente di ingegneria informatica, ad occuparsi del sito internet della parrocchia di Santa Maria Segreta a Milano.

Nonostante gli studi fossero impegnativi, decise di dedicare parte del suo tempo alla cura dei bambini che si preparavano alla Cresima, insieme ad altri volontari più grandi di lui. Progettò anche il nuovo sito internet per il volontariato dell’Istituto Leone XIII trascorrendo tutta l’estate del 2006 a lavorare su tale progetto.

Come testimonia Padre Roberto Gazzaniga, animatore spirituale dei licei, Carlo si trovava bene al Leone: compagni, professori e personale non docente si relazionavano volentieri con lui, aiutati dall’accoglienza e dallo stile spontaneo e fresco che lo caratterizzava. Aiutava i compagni che si trovavano in difficoltà. Non si arrabbiava nemmeno quando veniva provocato. C’era in lui un reale interesse alla persona. Aderì anche ad un gruppo extra scolastico denominato “Comunità di Vita Cristiana” (CVX), unico della sua classe, e partecipava sempre con grande disponibilità alle iniziative di volontariato della scuola. Elaborò una presentazione con le varie proposte di volontariato, utilizzando uno specifico software, che aveva lo scopo di suscitare interesse nei ragazzi. La sua vivacità ed entusiasmo colpivano anche i genitori.

In qualche modo, la sua santità si poteva vedere già nel periodo scolastico. Per Carlo potremmo dire che, in qualche modo, la scuola era “scuola di santità”. In scuole che puntano alla “formazione integrale della persona”, la sua persona cresceva in dialogo fitto e costante con le persone della scuola: compagni, insegnanti, famiglie e personale non docente, più tutti quelli a cui le attività educative a cui prendeva parte lo portavano,, in primis i destinatari delle attività di volontariato: persone senza fissa dimora, senza un lavoro, persone semplici e umili della sua città.

Carlo non credeva di fare cose straordinarie, era solo convinto di seguire un modello che lo entusiasmava. Questo modo di vivere lo proponeva agli altri, senza imporre nulla; il suo esempio, senza che nemmeno se ne accorgesse – e l’intensità della sua sequela di Gesù – generavano un effetto a cascata sugli altri, che ne rimanevano stupiti: il profumo di santità era già nell’aria.

Marta Longhini

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