Assisi. “Tutti nasciamo originali, molti moriamo fotocopie”
Era un ragazzo simpatico, estroverso e allegro che si sentiva a suo agio con i suoi coetanei. La differenza tra lui e i suoi amici era che lui andava a Messa ogni giorno, credeva nell’importanza dell’Eucarestia e della connessione con Dio.
“Eucarestia, la mia autostrada per il cielo” è una delle sue frasi più celebri che ci fa intuire la profondità della sua fede e la forza della sua comunione con Dio. Ogni volta che Carlo riceveva l’Eucarestia ripeteva “Gesù, accomodati pure! Fai come se fossi a casa tua!”.
Il motto di Carlo Acutis era “Tutti nascono originali ma molti muoiono come fotocopie”, frase che ha un significato straordinario. Pensando al conformismo prevalente, all’ossessione per la moda, a come le persone si adattano alla società di massa e a come siamo tormentati dalla paura di essere giudicati dagli altri, ci rendiamo conto della notevole rilevanza che hanno queste parole.
Anche Papa Francesco, il 3 agosto 2019, ha espresso la sua opinione riguardo alla diversità: “Nella voglia di avere, nell’alienarsi per avere le cose, tu perdi la tua originalità e diventerai una fotocopia. Ma Dio ci ha creato ognuno originale: non facciamo della nostra originalità una fotocopia!”. Carlo Acutis ha ispirato un pensiero al futuro Papa a soli quindici anni, ecco un altro segnale del suo prodigio.
Pensieri filosofici e più profondi di quelli della media dei suoi coetanei caratterizzavano questo ragazzino: spesso Carlo si domandava: “Perché gli uomini si preoccupano tanto della bellezza del proprio corpo e non si preoccupano invece della bellezza della propria anima?”.
Carlo Acutis era pronto ad accettare ogni persona senza preoccuparsi del suo aspetto fisico o della loro reputazione. Carlo svolgeva molte attività di volontariato in cui si prendeva cura di disabili e li accoglieva a braccia aperte. Rallegrava le persone che parlavano con lui con il suo umorismo e positività. Desiderava vivere ogni momento con felicità ed eliminare il più possibile la tristezza. Ripeteva spesso “La tristezza è lo sguardo rivolto verso se stessi, la felicità è lo sguardo rivolto verso Dio”.
Sofia Benvenuti
LEGGI ANCHE
Share