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News Activity Albania. FORUMSI2019, la Pastorale di rete e il coraggio di affrontare le sfide

Albania. FORUMSI2019, la Pastorale di rete e il coraggio di affrontare le sfide

40 giovani “delegati” dalle nostre scuole hanno visitato l’Albania, in particolare Tirana e Scutari, incontrato persone, partecipato a workshop. Si sono interrogati, confrontati, hanno riflettuto su dati, fatti, eventi e sulla realtà in cui viviamo, con un respiro globale.

“Questo Forum2019 è stata una prima esperienza di “sentire ignaziano comune” – racconta P. Salvo Collura SJ, responsabile della Pastorale di rete – non più a partire solo dal quarto anno dei Licei e dal Kairòs, ma già dagli anni precedenti e in particolare dal terzo”.

Ci siamo posti profonde e provocanti domande, quali:
Si può sognare ancora, da cristiani, un mondo in cui i diritti umani abbiano/siano valore?
Si può ancora sperare e lottare per dare vita ai giorni e non solo giorni alla vita?
Possiamo ancora credere che, prima dei capitali e dei traffici d’esseri umani, ci sia davvero posto per dare valore al battito di ogni singolo cuore sulla terra?
Possiamo farlo da studenti ignaziani?

Il prof. Massimo Cermelli, in uno degli incontri di formazione su Diritti Umani, Ambiente, Immigrazione, ha guidato i partecipanti in una analisi sociopolitica, invitando i ragazzi a guardare alla realtà partendo dal “di piu”, dal Magis, che la abita. A maggiori disuguaglianze sociali non corrisponde maggiore sviluppo. Si è quindi riflettutto su una Pastorale di rete che abbia il coraggio di affrontare le sfide delle scienze umane e farsi azione politica. Si è riflettuto sul fatto che i disastri e le calamità naturali sono la prima causa di migrazione. Eppure, la percezione comune non è questa. Abbiamo un difetto negli strumenti di analisi o nella percezione della realtà?

L’ospitalità albanese è stata meravigliosa ed eccezionale. I partecipanti hanno vissuto a diretto contatto con molte persone del posto. Hanno visitato luoghi, incontrato persone, sentito racconti, talvolta anche molto dolorosi e di grande sofferenza, hanno conosciuto un popolo provato da una storia difficile, ma sostenuta dal coraggio di uomini che vogliono farcela.

Molto belli e toccanti gli incontri con le famiglie del quartiere di Kombinat, la testimonianza di Suor Lula, così come i racconti e il “contatto” con i martiri albanesi, a cui è legata la nostra Provincia Euromediterranea.

“E’ stata una grande prova, la prima, di una lunga serie – racconta Riccardo, uno dei ragazzi partecipanti – Non c’è niente di più commuovente che vedere volti stanchi, affaticati dalla corruzione e dall’assoluta ineguaglianza sociale che cercano in qualsiasi modo, di essere sorridenti e solari per chi cerca di far capire che non siano soli, ma che ci siano molte persone, chi più e chi meno giovane, pronti a dedicarsi alla loro felicità. Ora la sfida è continuare, con il nostro zaino in spalla, a ripartire. Pronti a condividere consapevolezza e solidarietà. Per chi è messo nel dimenticatoio dal proprio paese e chi subisce la paura comune del “diverso”. Quotidianamente vengono lanciati segni d’allarme, apparentemente silenziosi per le nostre orecchie ma assordanti per il nostro cuore”.

“E’ bello che la Pastorale proponga iniziative fondate anche sullo studio scientifico e serio dei problemi, superando  un approccio talvolta troppo “sloganistico”, “giornalistico”, solo “affettivo” o “narrativo”. Abbiamo lanciato una idea di pastorale che vuole riflettere, partecipare e proporre, anche in modo trasversale. Il mio sogno è che questo forum diventi sempre di più davvero “degli Studenti”, cioè che siano sempre di più loro a prenderlo in mano, accompagnati da noi pastoralisti”.

“Mi ha molto colpito ed emozionato – continua P. Salvo – anche la partecipazione emotiva dei nostri ragazzi di Scutari, che erano così orgogliosi di mostrare la loro bella scuola ai loro compagni italiani. Inoltre, l’aspetto dell’amicizia e della fraternità è stato così tangibile in questi giorni da farmi davvero capire come questi momenti erano davvero desiderati da tutti i partecipanti. Credo sia questo anche il valore aggiunto del modo di fare “ignaziano”: essere amici tra di noi, per essere amici in Cristo e in azione nel mondo!”.

 

 

 

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