Gesuiti

Cittadinanza globale

Studiare con noi Cittadinanza globale

“Viviamo in un mondo sempre più globale e interconnesso. L’opportunità è quella di aprire la mente, di aprire il cuore, il mondo si fa più grande. Il rischio è quello della globalizzazione della superficialità. Dobbiamo invece lavorare per la globalizzazione della profondità e della solidarietà. Quindi dobbiamo aiutare i nostri studenti a essere persone intere.”

p. Adolfo Nicolás SJ, generale della Compagnia di Gesù

Dobbiamo preparare la prossima generazione di leader a trovare soluzioni ai problemi del futuro, a “re-inventare il futuro”, e per questo devono essere persone di compassione, di retta coscienza, impegnati e competenti a livello globale, perché il loro futuro sarà completamente intrecciato con quello altrui in questa piccola Terra, la nostra “casa comune”.

Sant’Ignazio di Loyola e i suoi compagni andarono verso le frontiere, diffusero la buona notizia del Vangelo all’interno delle culture che hanno incontrato, accompagnarono a trovare Dio in tutte le cose. Quasi 500 anni dopo anche le nostre scuole sono chiamate a guardare all’esempio di sant’Ignazio perché contribuiscano allo sviluppo della missione della Compagnia di Gesù in un nuovo, stimolante ambiente globale.

Vivendo in un mondo sempre più interconnesso, l’importanza dell’educazione alla cittadinanza globale è diventata sempre più evidente e urgente.

Seguendo l’esempio di sant’Ignazio e dei suoi compagni, i gesuiti e gli educatori formati alla spiritualità ignaziana cercano di educare i nostri studenti a essere uomini e donne per e con gli altri, li affiancano perché diventino custodi
della Casa comune, perché valorizzino la vita la collaborazione nelle loro comunità.

Sull’esempio di Ignazio che condivideva con i primi compagni questa visione, gli educatori delle scuole della nostra rete aspirano a sviluppare più profondamente l’identità e la responsabilità dei loro studenti come cittadini globali.

Chi sono i cittadini globali di oggi?

I cittadini globali sono coloro che cercano continuamente di approfondire la consapevolezza della propria collocazione e della propria responsabilità, sia a livello locale che globale, in un mondo sempre più interconnesso,
sono solidali con gli altri nella ricerca di un Pianeta sostenibile e di un mondo più umano come veri compagni nella missione di riconciliazione e giustizia.

Task force globale del Segretariato per l’Educazione della Compagnia di Gesù, 2019

I nostri studenti devono possedere capacità e competenze per avere successo e contribuire a un mondo in costante cambiamento, un mondo che esige chiaramente collaborazione, comunicazione e comprensione globali. Devono essere formati a vedere veramente Dio in tutte le cose, alla compassione, ad utilizzare il potere della religione e della spiritualità per la libertà e la pace. Devono saper affrontare le sfide globali con un nuovo grado di responsabilità che
vada oltre i nostri concetti tradizionali di Nazione o Paese (il nostro ambiente, la solidarietà con i poveri, l’accesso iniquo al cibo e all’acqua, l’assistenza ai rifugiati: per citare alcune questioni che chiamano in causa la responsabilità in senso ampio), devono contribuire in prima persona ad un mondo più giusto e sostenibile.

Per me un cittadino globale è qualcuno che, innanzitutto, è consapevole delle proprie origini, della propria cultura, della propria storia. In altre parole, qualcuno consapevole delle proprie radici. In secondo luogo, è qualcuno che ha una visione critica della propria cultura e che, di conseguenza, non la idealizza. Sa che è una delle tante, e sa che quella cultura ha punti di forza e di debolezza. Inoltre, è anche aperto ad altre culture, entra in contatto con esse, sapendo che fanno parte di un corpo superiore che chiamiamo umanità. Infine, sa come arricchirsi interagendo con gli altri, e può arricchire gli altri con la propria cultura.
In quanto cristiani, collocandosi nella prospettiva del Vangelo possiamo vedere in questa lettura critica delle nostre culture un trampolino di lancio per generare una trasformazione sociale, senza ignorare la ricchezza delle nostre radici. Allora i cittadini globali sono coloro che, riconoscendo le proprie radici e considerando se stessi parte dell’umanità, sono aperti ai contributi di altre culture, e sperano di lavorare con gli altri per costruire un’umanità migliore.

P. Arturo Sosa SJ, Generale della Compagnia di Gesù, Rio 2017

Nelle nostre scuole della rete Gesuiti Educazione cerchiamo di realizzare e promuovere le condizioni perché cresca la consapevolezza di appartenere alla famiglia umana e della nostra responsabilità verso di essa, del nostro posto nella comunità mondiale; di abbracciare il dialogo tra le culture, di prenderci cura della nostra casa comune, di promuovere la pace e la riconciliazione, di valorizzare le differenze e ricercare l’uguaglianza di genere e siamo chiamati a una politica che volga lo sguardo sia all’ambiente particolare sia al contesto globale.

Nelle nostre scuole la cittadinanza globale diventa un “modus operandi” dell’intera struttura scolastica, un qualcosa di “olistico”, armonicamente integrato in tutte le diverse azioni e decisioni che la scuola quotidianamente intraprende.

Le pedagogie legate all’educazione alla cittadinanza globale stimolano gli studenti a fare domande, analizzare, pensare in modo critico e prendere decisioni. Tali approcci passano da lezioni frontali tenute dall’insegnante a lezioni interattive animate dagli studenti e dalla memorizzazione all’apprendimento più partecipato e creativo.

Uno degli elementi dell’educazione alla cittadinanza globale (ma certamente non l’unico) è anche l’internazionalità. Con “internazionalità” intendiamo la necessità di un processo innovativo di trasformazione della nostra prassi scolastica, perché ai nostri studenti fosse offerto un percorso che li prendesse così come sono, lì dove sono, e li preparasse ancora meglio ad inserirsi nel mondo di oggi con gioia e in collaborazione con le famiglie. E ciò valorizzando la tradizione ignaziana, innovandola nei metodi e nei linguaggi: la compagnia di Gesù, infatti, nasce come un corpo internazionale, e lo sguardo che Sant’Ignazio propone nei suoi Esercizi spirituali è uno sguardo sul mondo intero.

Studiare dai gesuiti, insomma, significa abbracciare un progetto dal respiro universale, attento all’umanità nel suo insieme e non solo alle realtà più locali: un progetto nato cinque secoli fa ma straordinariamente moderno, in un contesto sempre più intercontinentale e interconnesso. Questo impegno a lavorare per cambiare il mondo e renderlo più umano e più giusto, questa azione per fare la differenza è per noi la vera anima di un modo nuovo e ampio di vedere l’internazionalità.

“Il mondo è la nostra casa” amava ripetere Padre Girolamo Nadal, uno dei primi Gesuiti.

Inoltre, avere scuole e collegi sparsi nei vari continenti significa infatti poter contare su una risorsa unica, che va ben oltre l’obiettivo – pur fondamentale, nella società di oggi – di insegnare bene le lingue ai nostri alunni. Significa, ad esempio, avere l’opportunità di realizzare esperimenti di “contaminazione” per seguire il curriculum dell’International Baccalaureate di Ginevra, integrandolo e modificandolo alla luce della nostra natura, e facilitare il networking e la mobilità tra le scuole ignaziane presenti in Paesi diversi. Significa, ancora, poter permettere ad alcuni ragazzi del quarto liceo di studiare un anno nello storico Stonyhurst college, che in Gran Bretagna rappresenta un’eccellenza educativa e che, con noi, condivide l’approccio e le finalità. Oppure – per citare soltanto alcune proposte – trascorrere un semestre di studio presso la Xavier High School di New York, o il St. Ignatius College Preparatory di San Francisco.

I momenti di scambio internazionale tra le scuole dei gesuiti nel mondo sono dunque frequenti, e si articolano su più livelli. Alcuni coinvolgono addirittura la secondaria di primo grado, tramite gemellaggi a tema (sport, musica, teatro…) tra vari collegi ignaziani in Europa, per piccoli gruppi di studenti accolti in famiglie; altri – come il Jesuit European Educational Project, che dal 2004 offre ai liceali la possibilità d simulare i lavori del Parlamento europeo – si coniugano con le sfide economiche e sociali in un mondo che cambia. La nuova Europa, ad esempio, è il cardine di molte proposte: le scuole dei gesuiti, presenti in vari Paesi del continente, lavorano insieme nella formazione di un’identità comune, che sappia dare risposte concrete ai problemi di oggi. Ma il nostro sguardo è rivolto anche al futuro: lo sforzo per adeguare la formazione degli studenti agli standard internazionali richiesti prevede, infatti, anche il contatto con alcune tra le più prestigiose università statunitensi della Compagnia di Gesù, come ad esempio Georgetown a Washington, Loyola a Chicago e Fordham a New York.

Inoltre, e non potrebbe essere altrimenti, un grande punto di forza delle nostre scuole è l’apprendimento delle lingue straniere (inglese e spagnolo in primis, ma anche altre lingue) che negli ultimi anni ha assunto un rilievo sempre maggiore. Un discorso a parte meriterebbe l’International School Palermo, nel complesso del Gonzaga Campus, che offre ai più piccoli un’educazione perfettamente internazionale. Ma docenti madrelingua sono presenti in tutti i nostri collegi e in vari contesti: sia nell’insegnamento delle lingue stesse che nelle discipline scolastiche ordinarie (come ad esempio scienze, geografia, tecnologia). E questo è un altro aspetto importante della nostra offerta educativa, perché un insegnante con esperienza in contesti diversi (spesso multiculturali, perché di scuole internazionali) porta con sé differenti metodologie di insegnamento, di rapporto e di gestione dei gruppi, allenando i ragazzi alla convivenza tollerante e costruttiva con la diversità.

viaggio studenti cina

I nostri ragazzi di oggi sono gli uomini e le donne che, proprio perché hanno una visione positiva del mondo, domani se ne prenderanno cura e lo miglioreranno: la scuola ha la grande opportunità di affiancarli perché vivano con coraggio e con passione questa loro personale impresa. Nel linguaggio dei gesuiti esiste una bellissima espressione per descrivere la passione contagiosa che vogliamo trasmettere ai giovani, vale a dire la possibilità che essi diventino “fuochi che accendono altri fuochi”. Ma tutto – l’offerta formativa linguistica, i viaggi all’estero, gli scambi culturali – ha senso, per noi, soltanto se va in questa direzione: verso una visione di ampio respiro, mirata a formare uomini e donne per gli altri in un mondo senza confini.

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