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News gesuiti-EDUCAZIONE Stonyhurst. Let your light shine

Stonyhurst. Let your light shine

Se qualcuno, un paio d’anni fa, mi avesse detto che proprio oggi, in questo cinereo e piovoso pomeriggio inglese, mi sarei trovata qui, seduta a questa scrivania, a scrivere questo articolo, probabilmente avrei scosso la testa, ridendo. Non avrei mai pensato di cambiare vita così radicalmente, e invece è successo, e non potrei esserne più felice.

Mi chiamo Chiara, sono una studentessa del Centro Educativo Ignaziano di Palermo e, poco più di tre mesi fa, ho messo piede sul volo che mi avrebbe portato fra le verdi colline della talvolta nebbiosa Ribble Valley, brulicante di greggi pascolanti ed alberi color smeraldo. Sono grata a Filiberto per aver rotto il ghiaccio con il suo articolo parlando del lato “formale” della nostra esperienza. E, per quanto possa essere estremamente interessante e formativo leggere della chiara scansione delle nostre giornate, o della secolare storia che la scuola vanta, oggi voglio parlarvi un po’ di cosa significhi veramente per una ragazza come me vivere in una boarding school inglese, molto distante da casa.

La prima cosa che bisogna sottolineare – e probabilmente la più importante – è quanto ti faccia realmente crescere passare così tanto tempo lontano dalla tua terra, dalla tua famiglia e da tutto ciò che hai sempre considerato sicuro e familiare. Non nascondo quanto sia stata triste la prospettiva di dire arrivederci ad amici e parenti con una valigia in mano; eppure oggi, a posteriori, so di aver fatto la scelta giusta, forse la migliore della mia vita. Il vivere qui segue una ritmata cadenza, ripetitiva, ma mai monotona: non c’è davvero il tempo per essere annoiata, tra un’assemblea e una lezione. Gli studi sono particolarmente impegnativi, ma sempre stimolanti: non so come sia potuto succedere, ma sia il nuovo metodo di studio che di insegnamento hanno risvegliato in me una sopita e quasi sconosciuta passione per gli studi, che mi sta fruttando ottimi risultati in campo accademico. Posso dire con certezza e tranquillità che è stato facile abituarsi velocemente a questi nuovi ritmi, alla nuova lingua, alla nuova routine e al cambiamento nel metodo d’insegnamento.

Ma Stonyhurst è molto più di una semplice scuola, dove il tuo tempo è occupato da lezioni e studi. Qua non c’è posto per la timidezza, che viene presto e agevolmente superata, e anche il piu’ riservato dei pupils, ovvero degli studenti, troverà qualcuno con cui passare i momenti di tempo libero. È un luogo aperto e bellissimo, colorato e multiculturale: sembra quasi un allargato nucleo familiare che ha il sapore di oltre venti nazioni differenti, che s’incontrano, s’intrecciano e si mescolano senza riserve, aprendo centinaia di nuove possibilità ad ogni studente.

Un momento molto bello e di intensa partecipazione dell’intera comunità è stato raggiunto proprio in questo ‘half term’, di ritorno dalle vacanze. Dal 12 al 14 novembre, infatti, la scuola s’è riempita di luci e colori per la ‘Whole School Mission’. L’intera comunità di studenti e insegnanti, sia dello Stonyhurst College che della Saint Mary’s Hall (che è la scuola degli alunni più piccini) ha avuto una pausa dalle lezioni e dalle normali attività per poter dedicare il tempo della giornata a riflettere sulla nostra identità di cristiani che vivono nell’alveo della tradizione ignaziana, sul nostro ruolo e sulla nostra missione nel mondo, e su come possiamo vivere al meglio i princìpi contenuti nei motti della scuola: «Quant Je puis» e «Men and women for others». Il tema scelto per questa Mission è stato “Let your light shine”, ovvero «lascia brillare la tua luce». Ed è quello che l’intera comunità di Stonyhurst, quasi una famiglia, ha fatto in quei tre giorni.

Ci è stato offerto uno spettro molto ampio di possibili attività, da interessanti seminari sul raggiungimento della felicità tramite la fede a presentazioni sul profilo dello studente ignaziano, con la partecipazione di personalità della cultura, dell’impegno civile e del cattolicesimo anglosassone.

La Mission è iniziata con la corsa per i rifugiati, “Run for Refugees”: una maratona della durata di circa un’ora, in cui gli studenti, divisi in quattro gruppi sportivi o lines, secondo la dicitura tradizionale di questo antico College, si sono amichevolmente sfidati nella corsa, cercando di raccogliere fondi per lo Xavier Project, un’organizzazione benefica e no-profit che si occupa appunto di aiutare i rifugiati in Siria e in Kenya, fornendo il soccorso necessario per venire incontro alle loro necessità. Successivamente, dopo uno spuntino ed una doccia rigenerante, è stata la volta di varie ed interessanti attività, tra cui una sessione di canto in Saint Peter’s Church, una delle due meravigliose chiese della scuola. Questa sessione di canto ha coinvolto e entusiasmato tutti gli studenti, anche i più scettici e timidi. La giornata si è poi conclusa con un Examen, che ha consentito a ognuno di noi di riflettere sul tempo trascorso durante la giornata, sul suo significato e sulla sua importanza.

Il secondo giorno, invece, è stato leggermente diverso. Gli studenti della Higher Line, che corrisponde ai due ultimi anni del nostro Liceo, hanno avuto la straordinaria e gratificante opportunità di mescolarsi con la gente del luogo e di aiutare i più bisognosi tramite un ampio numero di scelte fornite da varie organizzazioni di volontariato. Io, per esempio, ho scelto di prestare il mio servizio in una casa di riposo ed ho passato il pomeriggio a intrattenere gradevoli conversazioni con persone del luogo e a imparare come le strutture di accoglienza vengano gestite. La Mission s’è quindi conclusa dopo quasi tre giorni con una grande messa piena di colori e di canto.

Io ero quasi fuori di me dalla gioia, quasi in contemplazione estatica, e ancora adesso non posso che avvertire al solo pensiero il senso di quella profonda felicità.

Ancora una volta, sono estremamente grata al Centro Educativo Ignaziano di Palermo e ai miei genitori per tutte le belle occasioni formative che Stonyhurst continua ad offrirmi giorno dopo giorno, grazie alle quali sento di crescere nel carattere, nelle emozioni, nello spirito e nella fede, permettendomi di migliorami come essere umano, ma soprattutto come persona consapevole di me stessa e del mondo che mi circonda, per il bene del quale vale la pena spendere i propri personali talenti.

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