Scuola. L’attualità della Gravissimum Educationis
Il cinquantenario della approvazione della dichiarazione del Concilio Vaticano II sull’educazione cristiana ha offerto lo spunto e l’occasione per riflettere sulla sua attualità e, soprattutto, sulla centralità dell’azione educativa nella società contemporanea. Padre Vitangelo C.M. Denora SJ, Delegato della Compagnia di Gesù per le scuole d’Italia e Albania, in qualità di Presidente della FIDAE Piemonte e Valle d’Aosta, ha fatto gli onori di casa ai numerosi ospiti partecipanti e alle autorità intervenute. Dopo i saluti iniziali e un breve intervento di Piero Fassino, Sindaco di Torino nonchè ex-alunno del Sociale, due “testimoni” del Concilio, Mons. Luigi Bettazzi (Vescovo emerito di Ivrea) e Padre Bartolomeo Sorge SJ, hanno presentato delle brillanti e sferzanti riflessioni sul tema dell’educazione e sulle loro esperienze personali.
“Dopo 50 anni – ha commentato Mons. Bettazzi – lo Spirito Santo ha mandato un Papa che, anche se non cita di frequente esplicitamente il Concilio, lo vive profondamente e cerca di farlo vivere. Segno che i tempi sono maturi per capire bene e attuare la visione profetica del Vaticano II, anche riguardo all’educazione”.
Padre Sorge, ripercorrendo e rivivendo con immagini vivide i suoi anni e la sua esperienza alla Scuola di Formazione Politica di Palermo durante gli anni più difficili della lotta alle mafie, ha evidenziato tre criteri educativi fondamentali della Gravissimum Educationis, da attuare ancora oggi: insegnare ai giovani che non siamo fatti per bastarci da soli, ma che siamo fatti “per darci la mano”; formarli ad un esercizio responsabile della libertà e, infine, comprendere che non si può mai prescindere da una visione trascendente della vita per fornire una sintesi e una visione unitaria di vita ai nostri ragazzi.
“Nell’anno della misericordia – ha commentato Padre Denora nel suo intervento – Papa Francesco ci ricorda che istruire gli ignoranti è una delle opere di misericordia spirituale. Ma che cosa significa oggi istruire? L’istruzione come trasmissione delle conoscenze non rende l’uomo migliore e non “umanizza” automaticamente. E’ solo la formazione integrale delle persone che rende l’uomo veramente libero e felice. E, inoltre, quali sono le ignoranze di oggi? Forse la più rilevante è quella rispetto ai valori e al senso profondo della vita”.
Nell’ultima parte della mattinata, infine, in una sorta di “tavola rotonda”, si è riflettuto con altri ospiti più specificamente sulla scuola e sul suo ruolo, sulla figura del docente, sull’impegno delle scuole paritarie e, in un intervento dell’Assessore all’Istruzione, Lavoro, Formazione professionale della Regione Piemonte, anche sulla formazione professionale, che affonda le sue radici da un lato nei Santi Sociali e, dall’altro, nelle grandi figure imprenditoriali di cui il Piemonte è stato ricco.
Questo convegno è stata quindi una preziosa occasione per una riflessione di ampio respiro su importanti tematiche educative e sul ruolo della scuola in particolare, che può ancora attingere molto dalla ricchezza e dagli spunti offerti dalla Gravissimum Educationis, anche cinquant’anni dopo la sua approvazione.
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