Roma. Non siamo invisibili: il dibattito sulle scuole paritarie
Da più parti si stanno infatti sollevando appelli sempre più consistenti verso il Governo e il Parlamento affinché rivedano alcune norme contenute nel recente “Decreto Rilancio” e si impegnino attivamente per assicurare a tutte le famiglie la seria possibilità di una autentica libera scelta educativa, esigenza essenziale in un quadro realmente democratico. Molte istituzioni, dalla CEI alle diverse associazioni e congregazioni religiose si stanno mobilitando per rilanciare la forte preoccupazione espressa in queste settimane da genitori, alunni e docenti delle scuole paritarie, a fronte di una situazione che ne sta ponendo a rischio la stessa sopravvivenza.
Le scuole paritarie svolgono un servizio pubblico, caratterizzato da progetti educativi seri, inserito in una ricchezza pedagogica spesso secolare, da programmi formativi perseguiti con dedizione e professionalità, permettendo inoltre al bilancio dello Stato italiano risparmi annuali di circa 7.000 euro ad alunno.
Quando si parla di scuole pubbliche paritarie si parla di undicimila realtà, centosessantamila lavoratori (tra docenti e non docenti), quasi un milione di studenti.
Le forme di sostegno poste in essere dal “Decreto Rilancio” appaiono del tutto marginali e insufficienti, ma anche non equilibrate all’interno dell’intero sistema pubblico di istruzione, formato dall’insieme delle scuole statali e paritarie.
A vent’anni esatti dalla legge 62/2000 che la introduceva, la parità scolastica è ancora lontana dall’essere pienamente realizzata, in quanto non è stata ancora riconosciuta la parità economica. E’ tempo di superare divisioni ideologiche che non hanno più ragion d’essere, e considerare veramente pubblica ogni esperienza formativa che, nel rispetto del quadro normativo della pubblica istruzione, cerchi di rispondere con professionalità e serietà al bisogno educativo delle giovani generazioni.
Allo stato attuale, senza il sostegno finanziario dello Stato in questa situazione di emergenza, una elevata percentuale di scuole paritarie in Italia si troverebbe in forti difficoltà, e anche le scuole della nostra rete potrebbero risentire significativamente senza aiuti esterni diretti o indiretti per le famiglie che frequentano le nostre scuole. Molte famiglie, inevitabilmente, non riuscirebbero più a pagare la retta e si troverebbero costrette a rinunciare a mandare i propri figli nelle nostre scuole.
La Conferenza Episcopale Italiana (CEI), con comunicato, ha formalmente annunciato che “richiede con forza che non si continuino a fare sperequazioni di trattamento, riconoscendo il valore costituito dalla rete delle paritarie. A nostra volta, stiamo verificando la possibilità di contribuire a sostenere alcune migliaia di studenti della scuola paritaria secondaria di I e II grado”.
La Fondazione Gesuiti Educazione, condivide, sostiene e rilancia appieno questa campagna di sensibilizzazione, rinnovando l’appello agli organi competenti di tenere maggiormente in considerazione anche la situazione delle scuole paritarie. In questo frangente così difficile e delicato di fine anno, la Fondazione Gesuiti Educazione ritiene che fermare l’attività didattica per due giorni non sia rispettoso della necessità di portare a conclusione, senza ulteriori intoppi, questo anno scolastico già così travagliato e di preparare al meglio il periodo degli esami. Vogliamo rispettare prima di tutto le reali necessità dei nostri allievi, che sono sempre al centro della nostra azione educativa, nonchè il grande lavoro svolto finora da tutti i nostri docenti.
Siamo infatti convinti che questa opera di sensibilizzazione debba essere fatta in una modalità che esprima e valorizzi il positivo che è già in atto nelle nostre scuole, per riaffermare che le nostre realtà ci sono, per i propri allievi, per le loro famiglie e per il bene di tutta la scuola; sono attive e continuano a operare, nonostante le difficoltà di questa situazione, con una offerta formativa solida, ambiziosa e di qualità, con una passione educativa che non tramonta e non si ferma nemmeno davanti alle pandemie mondiali.
Pertanto, abbiamo avviato azioni concrete e significative, che desideriamo far conoscere e diffondere, per rilanciare con forza e determinazione l’appello al valore dell’educazione per tutte le scuole pubbliche, statali e paritarie italiane. Le principali azioni intraprese sono le seguenti:
- abbiamo proposto a tutte le nostre scuole della rete Gesuiti Educazione di pensare e proporre modalità diverse, il più possibile vicine ai ragazzi e alle famiglie, per sensibilizzare alla questione della scuola cattolica,inserendole nel contesto dello sviluppo delle competenze di cittadinanza e costituzione. Ciascuna nostra scuola, pertanto, si adopererà con lezioni, video, articoli e altri strumenti per riflettere e diffondere i temi della libertà di scelta educativa; il diritto di apprendere senza discriminazione; la parità scolastica tra pubblica statale e pubblica paritaria, il pluralismo culturale del nostro Paese.
- abbiamo istituito una commissione interna alla Fondazione Gesuiti Educazione che possa dialogare direttamente sia con la CEI che con il contesto del Governo Italiano e, più in generale, del mondo politico, sulla attuale difficile situazione delle scuole paritarie in Italia. Questo gruppo si è già costituito e ha già iniziato a lavorare, inserendosi in maniera costruttiva e rispettosa nel tessuto di relazioni e azioni che da tempo è stato avviato su questo tema nel mondo cattolico. I membri di questa commissione sono: Silvia Costa (membro del CDA della Fondazione Gesuiti Educazione ed ex membro del Parlamento Europeo), P. Franco Beneduce SJ (attualmente Rettore della Facoltà Teologica di San Luigi a Napoli ed ex Delegato per l’Educazione per i Gesuiti d’Italia), P. Vitangelo Denora SJ (Direttore Generale dell’Istituto Gonzaga-ISP di Palermo, Presidente della FIDAE in Sicilia, membro del Consiglio Nazionale della Chiesa Cattolica della CEI) e l’Avv. Enrico Sarti (consulente legale della Fondazione Gesuiti Educazione).
- abbiamo creato un gruppo di lavoro che si occupa della situazione specifica delle nostre scuole dell’infanzia (sia di quelle già esistenti, sia di quelle che si era programmato di aprire), non solo in vista di una possibile eventuale riapertura a giugno, ma soprattutto in un orizzonte temporale più ampio, nella rielaborazione del nostro modello ignaziano per la scuola dell’infanzia. Si tratta di un laboratorio di idee per riflettere, progettare, rilanciare il modello della scuola dell’infanzia nel quadro del nostro progetto educativo ignaziano. Queste scuole sono tra le realtà che stanno soffrendo di più da questa situazione di crisi, rischiando di trasformarsi in pochi mesi da una ricchezza a una fonte di potenziali fragilità, soprattutto dal punto di vista economico. E’ nostro vivo desiderio investire tutte le energie e le risorse per sostenere e valorizzare questo prezioso tassello della nostra rete, che si prende cura dei più piccoli e li accompagna nel muovere i primi passi nel loro percorso di crescita, tanto importante per il loro futuro. Secondo un antico detto attribuito a S. Ignazio, infatti, “E’ dai più piccoli che si fanno i grandi”.
- abbiamo chiesto a tutte le nostre scuole di diffondere e far conoscere alcuni dati e alcuni studi sulla condizione e sullo stato delle scuole pubbliche paritarie. Studi seri e approfonditi (ad esempio quelli dell’Istituto Bruno Leoni) forniscono bene un quadro oggettivo e significativo di queste realtà nel panorama italiano, che non solo deve essere maggiormente conosciuto, ma che può anche costituire la base di partenza per un confronto e un dialogo serio, costruttivo, informato e corretto.
Rinnoviamo quindi il nostro appello alle istituzioni affinchè provvedano con adeguati interventi a incentivare, o per lo meno a non deprimere, la realtà delle scuole pubbliche paritarie italiane, realtà preziose, diffuse su tutto il territorio nazionale, che esistono da decenni, che rispondono a esigenze sociali e territoriali effettive, che fanno cultura: come le scuole statali, del resto, però con risorse finanziarie spesso precarie e senza poter offrire a chi vi opera garanzie contrattuali paragonabili a quelle assicurate dall’Amministrazione statale.
In conclusione, facciamo nostro l’appello, già condiviso e sostenuto nei giorni scorsi, della FIDAE, che ha lanciato la campagna “Vogliamo fare scuola”.
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