Paradigma Pedagogico Ignaziano e sport
In termini di pedagogia ignaziana l’esperienza sportiva è un potente inizio del percorso del paradigma che permette di sollecitare, in modo tutto speciale e attraverso il coinvolgimento fisico, la dimensione affettiva (passioni, emozioni, vissuto…) come primo ed essenziale passo del processo di apprendimento.
La dimensione dell’esercizio fisico è anche richiamata negli Esercizi Spirituali di S. Ignazio per evocare questa dimensione esperienziale, capace poi di innestare cammini riflessivi su di essa. La riflessione sull’esperienza è infatti il momento essenziale per passare dal semplice esercizio fisico al riconoscimento e all’appropriazione del valore al servizio della crescita della persona. Fermandosi dopo un allenamento o dopo una partita a capire cosa è successo non solo in termini di risultati sportivi, ma in termini di scoperte personali o sociali fatte, ha una fortissima valenza formativa. Questo ritorno riflessivo aiuta a capire quali sono i talenti e le caratteristiche personali, aiuta a prendere contatto con i propri limiti e le proprie fragilità, aiuta in altre parole a costruire la persona.
Questo processo di esperienza e riflessione sfocia poi nell’azione: in una progettualità cioè di sport e di vita più cosciente e personale. È importante per una istituzione ignaziana aiutare i ragazzi a formulare un proprio personale progetto di vita, esito di un processo di consapevolezza e discernimento che il paradigma e la spiritualità ignaziana favoriscono: un progetto cioè nel quale la persona si gioca personalmente e che rispecchia la sua vocazione e originalità e che gli permetterà di vivere una vita piena e non ripiegata su di sé, ma spesa con e per gli altri.
Ecco quindi l’accostamento con le tre fasi dello sport, “allenamento e gara” come momento della esperienza in cui si vivono le emozioni forti della pratica della disciplina che l’atleta ha scelto e che costituiscono la motivazione potente a migliorarsi e crescere, la “relazione” con l’allenatore (o il dirigente) come il tempo della riflessione sull’attività svolta, della ricerca del senso e della consapevolezza e infine il “risultato” una sintesi ineludibile dell’azione intrapresa e portata a termine e una base utile e importante per ripartire. E’ importante anche comprendere come ci sia una circolarità in questo schema e come la natura di questi momenti sia sistemica e come i diversi passaggi non siano necessariamente in una sequenza temporale ma facciano parte di un continuo che si ripete e diventa “modo di essere”.
Ogni operatore nello sport deve inoltre essere sempre attento ad avere un quadro preciso del contesto nel quale si svolge l’attività sportiva, i valori, la cultura, la storia da cui nasce la realtà in cui si opera. La conoscenza del contesto nel quale muoversi è condizione necessaria e deve permeare in forma diffusa tuti i passaggi sopra descritti.
La valutazione infine è la presa di coscienza del percorso di crescita. Non semplicemente degli esiti della attività sportiva propria, ma del percorso fatto e, come per S.Ignazio, di quello che ha funzionato e di quello che invece non è riuscito bene. Per questo anch’essa non fa parte di un momento specifico dei passaggi del Paradigma, ma segna invece tutto il percorso pedagogico e quindi tutti i momenti anche dell’attività sportiva.
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