Palermo. Terza edizione di Jazz@School
Questa edizione di Jazz@School, oltre al consueto concerto serale nell’Auditorium del Gonzaga, ha previsto anche due clinic durante la giornata e un aperitivo in musica. Ospiti della giornata due grandi chitarristi jazz, Bebo Ferra e Lorenzo Frizzera: essi hanno tenuto le due clinic chitarristiche e poi si sono esibiti in un duo mozzafiato di standards ricco di virtuosismi e moltissimo interplay. Ovazioni da parte dell’audience che ha riempito tutto l’Auditorium.
Prima di loro, durante l’aperitivo, hanno intrattenuto le persone il trio guidato da Giuliana Di Liberto alla voce e Giuseppe Di Blasi alla chitarra. Subito dopo il duo chitarristico il pubblico è stato deliziato dalla potente e limpida voce di Josefina Torino, cantante di tango argentina, che con un duo chitarristico ha accompagnato i presenti in una storia del tango a Buenos Aires. Ospite graditissimo Giuseppe Milici, che ha aggiunto un tocco di dolcezza siciliana al tango argentino. In conclusione, Bebo Ferra e Giuseppe Milici si sono prodotti in una jam session finale, presentando tre brani in duo chitarra-armonica.
Padre Eraldo Cacchione SJ ha introdotto la manifestazione e il senso di questa giornata di jazz al Gonzaga con queste parole: “la musica è uno spostamento di aria che ‘muove’ anche l’anima, suscitando emozioni; l’emozione per sua natura è eterea, se ne va. Allora, il senso di questa serata è la RICERCA DELLA PROFONDITÀ: ricerca perché non è mai trovata una volta per tutte. Profondità, cioè una musica che resti, che non sia scordata, come invece l’emozione viene scordata la mattina successiva. Perché resti occorre che la musica parli al cuore e anche alla mente, che abbia una forte dimensione culturale: cultura significa innanzitutto studio; il musicista che suona oggi porta nelle sue note uno studio profondo e completo, una sua ricerca. Quindi ascoltare produce anche riflessione, porta l’anima in uno stato di ‘commozione’ sentimentale e di riflessione mentale: in questo modo schiude orizzonti inesplorati, crea collegamenti, ‘unisce i punti’; fa viaggiare la mente verso territori di allargamento della comprensione della realtà. Il punto più profondo è quando cuore-mente-corpo sono talmente unificati da questi suoni, da queste note/parole, che si ‘muove’ anche lo Spirito. Il movimento spirituale è un movimento in ‘altezza’ – il punto più alto dell’essere – o per dire ancora meglio ‘in profondità’: il punto più profondo dell’anima/corpo. Il movimento spirituale è CREATIVO: trasforma, cambia. Unifica talmente l’essere che porta ad una urgenza di azione. C’è un ‘suono’, un suono (probabilmente è tutta questione di suono) che cambia in una profondità indicibile. Può anche cambiare una vita. Il mio desiderio è che un concerto come questo – qui al Gonzaga, in questo auditorium, con questi musicisti – ‘accada’ qualcosa, anzi accada Qualcuno che ci cambi: che ci porti a prender decisioni, ora, qui. Attraverso la musica, attraverso questa musica: questa musica ha in sé questo potenziale.”
Grazie a tutti coloro che hanno aiutato e che sono intervenuti: la loro generosità ha permesso di raccogliere una bella offerta per la Compagnia del Perù, da utilizzarsi per portare avanti le attività missionarie a Trujillo.
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