Napoli. Una riflessione sui destini del creato
Partiamo da Severn Cullis Suzuki, un’adolescente ambientalista che 25 anni fa a Rio de Janeiro, in occasione del primo meeting dei potenti della terra per discutere sui cambiamenti climatici, fa un appello accorato a coloro che avrebbero deciso del suo futuro su questo pianeta. Severn in quella circostanza urlò al mondo e ai politici lì presenti la necessità di cambiare direzione. “Ci state rubando il futuro” disse. Parlò per conto non solo delle generazioni future ma anche in nome di quelle specie di esseri viventi che stanno scomparendo dal pianeta.
Cop 21. Dopo 23 anni dal discorso di Severn viene siglato l’accordo a Parigi che stabilisce il primo regime universale e non transitorio sul clima. Per la prima volta c’è un accordo che coinvolge e impegna 195 paesi e configura un percorso comune nel futuro per cercare di rallentare l’impatto del riscaldamento globale.
Nell’enciclica di Papa Francesco, Laudato si’, riprendendo il famoso Cantico di S. Francesco, si richiama l’attenzione di ogni uomo e di ogni donna a ritrovare la propria condizione di essere nella natura e quindi a risvegliare la consapevolezza che tutti noi possiamo quotidianamente cambiare le cose. Tale documento evidenzia quella visione olistica del tempo e dello spazio, inteso come creazione universale, che accomuna molti leader spirituali. E’ da loro che si leva più eminente e consapevole una voce forte sui destini del creato.
Questi sono stati gli spunti iniziali per comporre un percorso educativo considerato necessario e urgente, nell’ambito del percorso scolastico all’Istituto Pontano di Napoli.
Nell’aprile del 2016 all’Istituto Pontano infatti si è svolto il Convegno “The future starts today – Climate change and new generation”. Due giornate di intenso lavoro in cui si sono condensati approfondimenti e discussioni sviluppati nei mesi precedenti nello specifico di ogni disciplina. L’evento, interamente in inglese, ha avuto inizio con il collegamento, via Skype, con la Heritage School di Calcutta, in contatto con l’Istituto Pontano attraverso il progetto Cambridge English PenFriends. In previsione di questo appuntamento sono stati presi accordi con la Dirigente della scuola indiana per sollecitare i propri studenti a dibattere e a prepararsi sull’argomento, con lo scopo di confrontarsi con un contesto completamente differente dal nostro partendo da un comune, grave problema. Incontrandosi virtualmente gli studenti napoletani e indiani hanno avuto modo, così, di cogliere la portata dell’emergenza che coinvolge paesi tanto lontani e di vivere in prima persona le potenzialità della lingua inglese come strumento fondamentale per la comunicazione internazionale.
La struttura del convegno è stata organizzata in modo interdisciplinare; diverse infatti sono state le materie scolastiche coinvolte: le scienze con l’analisi dell’acidificazione degli oceani, conseguenza dell’incremento di anidride carbonica nell’atmosfera; la storia con l’approfondimento dei protocolli internazionali concretizzato nella messa in scena da parte di studenti che, vestendo i panni di diversi capi di stato, hanno espresso le ragioni a favore o a sfavore delle leggi a riguardo; la filosofia con l’interpretazione delle parole dell’attivista politica e ambientalista indiana Vandana Shiva; l’arte con l’analisi delle opere di due street artist, Isaac Cordal e Banksy, impegnati a “scioccare” l’opinione pubblica per mantenere viva l’attenzione su queste tematiche.
Di altro tipo sono stati gli interventi successivi, che hanno evidenziato come ogni nostro gesto quotidiano sia coinvolto nella questione ambientale: così, oltre ad una serie di video che ha mostrato diverse prospettive del problema, alcune studentesse per trattare la questione del consumo etico hanno improvvisato una sfilata di moda con abiti di marche sensibili al tema e con vestiti della mamma o della nonna, evidenziando ironicamente il significato del riuso. Contemporaneamente sono state distribuite ai partecipanti carte di credito particolari, elaborate dai ragazzi, in cui compaiono le cinque “R” (Rethink, Reduce, Repair, Reuse, Recycle,) come promemoria per un acquisto consapevole . Non è mancato il calcolo dell’impronta verde: la dimostrazione di quanto siamo responsabili dell’inquinamento globale con apparenti gesti insignificanti.
Quindi, secondo programma, i lavori sono continuati con una tavola rotonda da cui è scaturito un dibattito che ha coinvolto gli studenti partecipanti.
Il giorno successivo tutti gli alunni del triennio classico e scientifico hanno lavorato secondo la modalità laboratoriale, in piccoli gruppi, elaborando, come conclusione dei lavori, un documento nel quale hanno focalizzato alcuni argomenti trattati al convegno e hanno espresso e sottoscritto un loro impegno concreto a favore dell’ambiente della durata simbolica di 100 anni.
A distanza di un anno da questo evento al Pontano apprendiamo l’annuncio dell’uscita degli Stati Uniti dagli accordi di Parigi sul clima.
«Un disastro per l’umanità e per il pianeta», ha definito la svolta degli Usa Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia accademia delle Scienze, a nome del Vaticano. E Macron ha precisato che “sul clima non ci sono piani B perché non c’è un pianeta B”. I governi internazionali hanno risposto uniti con una sdegnata denuncia contro questo ritiro dall’intesa di Parigi. L’industria statunitense si è fatta sentire con un appello al presidente degli Stati Uniti chiedendo vivamente di tenere gli Stati Uniti dentro all’Accordo di Parigi. Gli scienziati di tutto il mondo hanno sfilato a Washington in occasione della Giornata della Terra gridando queste parole “gli oceani si sollevano e così noi” e “Se non sei parte della soluzione sei dalla parte del disastro”.
La comunità mondiale sente ora, in maniera sempre più consapevole, il pericolo che corre il nostro pianeta e avverte come priorità assoluta l’urgenza di agire uniti per salvare l’ambiente e quindi salvare noi stessi.
Se è vero che non ci sono responsabilità individuali per i cambiamenti climatici ognuno deve pensare e credere di dover fare la sua parte per contribuire ad invertire questa tendenza distruttiva ed evitare questo disastro annunciato.
Vanessa Rowley
Istituto Pontano di Napoli
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