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Mosca. I maturandi incontrano il Metropolita Hilarion

Mosca. Martedì 11 ottobre 2016. In una fredda mattinata di ottobre noi, studenti del quinto anno delle scuole della rete Gesuiti Educazione d’Italia, in occasione del viaggio di istruzione in Russia, abbiamo avuto un’opportunità unica: incontrare il Metropolita di Mosca.

La Chiesa Ortodossa è suddivisa in chiese autocefale e autonome. Di queste Chiese autocefale, nove sono patriarcati (4 storici e 5 moderni). La Chiesa ortodossa Russa è costituita dal Patriarcato di Mosca, con a capo il suo Patriarca, che attualmente è S.S. Kirill.

I Metropoliti corrispondono più o meno ai nostri arcivescovi di alcune grandi città. L’incontro  di oggi è avvenuto con il Metropolita Hilarion Alfeev, vescovo di Volokolamsk e presidente del Dipartimento delle relazioni esterne del Patriarcato di Mosca nonchè rappresentante della Chiesa ortodossa russa presso le Istituzioni Europee, stretto collaboratore del Patriarca di Mosca. Alcuni mesi fa il confronto avvenuto tra papa Francesco e il Patriarca Russo a L’Havana, con la firma di una dichiarazione congiunta, ha rappresentato uno straordinario evento di condivisone, che ha segnato in modo significativo il mondo cattolico e quello ortodosso.

Il confronto è iniziato con il discorso di Sua Eminenza che ha ricordato la gloriosa ma a tratti complicata storia della religione Cristiana Ortodossa, iniziata con il “Battesimo Russo” a opera del principe Vladimir nel 988. Non manca di sottolineare come la fede Ortodossa sia sempre un punto cardine di ispirazione per il popolo russo e non solo, in quanto è anche praticata nell’Asia più remota (Cina e Giappone), nell’occidente (Alaska) e nelle vicine ex repubbliche sovietiche e baltiche.
Il Metropolita ricorda però anche i passaggi più difficili della storia.
Infatti, l’istituzione del patriarcato coincide (1917) con la rivoluzione bolscevica (Rivoluzione d’Ottobre) che vide la sofferenza dilagarsi tra il popolo e il clero, in seguito alla persecuzione religiosa dettata dal regime comunista. La libertà fu condannata e il progetto del segretario del partito comunista Krusciov prevedeva di cancellare completamente ogni chiesa ortodossa.
Nonostante questo, come orgogliosamente enunciato da Sua Eminenza, i credenti  russi tra gli anni ’80 e ’90 sono aumentati, con un interesse palesato e crescente che portò alla costruzione di chiese per un stima di tre chiese al giorno per un totale di 35.000 chiese odierne sul territorio russo.

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Il Metropolita, chiamando l’epoca attuale “post-Cristianesimo” per via della crisi di vocazione cristiana, auspica che vi sia invece una riscoperta della forza e potenza della Fede, soprattutto a partire da noi giovani.

L’intervento si è poi concluso con un momento dedicato alle domande preparate da noi studenti.
Alla prima che  richiedeva di definire il rapporto tra Chiesa Ortodossa e Stato russo e mass media, il Metropolita ha sottolineato come vi sia una politica di non intromissione tra potere spirituale e statale, ribadendo poi come esista una critica costruttiva dall’informazione.

La seconda domanda si è configurata come più impegnativa dal punto di vista sociale e politico in quanto richiedeva un’opinione sulla situazione di alleanze nel conflitto mediorientale.  Il Metropolita, ricordando che il suo punto di vista non può essere politico, ha espresso molta preoccupazione soprattutto per lo sterminio scellerato dei cristiani avvenuto in Libia, Egitto e Syria che ha decimato i fedeli. Aggiunge poi una condanna dura nell’inutilita’ delle guerre avanzate col fine di portare la democrazia in paesi che non erano ancora pronti per questo processo, in cui  unico obbiettivo è stato quello di destabilizzare l’equilibrio nel panorama internazionale.  Ribadisce come sia necessaria un’alleanza unica e non frammentaria nella lotta contro il terrorismo.

Nell’ultima domanda l’interesse di noi ragazzi si sposta sulla funzione dell’Iconostasi all’interno della chiesa ortodossa.
Ci viene ricordato come essa non è da intendersi come un muro di barriera tra fedeli e clero ma piuttosto come via di comunicazione tra questi, anche attraverso le icone. Ancor meglio, non si tratta di una barriera ma di una finestra che permette e facilita l’accostamento al divino.

A conclusione dell’incontro il metropolita di Mosca  ci augura  un buon soggiorno in Russia e successo negli studi futuri (incrociamo le dita!) e non ci fa mancare la Sua benedizione.

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