Milano. Messaggio di Natale di P. Vitangelo
Carissimi Amici della nostra Rete,
Docenti, Collaboratori, ma soprattutto voi ragazzi…
Siamo ad un nuovo hangout, che questa volta vede coinvolti ragazzi soprattutto della scuola secondaria di primo grado e alcuni ragazzi dei Licei. Questi hangout sono diventati un appuntamento fisso della nostra rete e “segnano” il passo dell’anno scolastico, come un appuntamento fisso “di famiglia”, in occasione delle feste importanti.
Siamo infatti ormai giunti alle porte di un nuovo Natale. Il Natale è una festa tradizionale, che rischia talvolta di diventare un po’ una “routine”, una abitudine, da celebrare quasi “meccanicamente”, legata ormai nel nostro occidente a tanta apparenza e consumismo…. (di cui forse però cominciamo a essere stanchi).
Eppure … invece…. il Natale è la festa della novità, di un Dio che, rompendo ogni schema, in modo inatteso, inaspettato e sconvolgente, si fa bambino, entra cos’ nella nostra umanità e nel nostro mondo.
Non ha paradossalmente paura della fragilità e non ha paura dell’Amore e ci insegna che l’unica vera rivoluzione della storia è proprio quella della tenerezza.
Una frase che mi ricordo mi disse mia madre quando ero bambino (e che ricordo ancora e cito spesso) è che “quando Gesù è venuto nel mondo sembrava un’astronauta”, nessuno lo capiva perché era così strano entrare nel mondo disarmato, con dei valori che sembravano così controculturali: la pace, la giustizia, la fraternità l’amore; senza gli effetti speciali che poteva usare la potenza divina. Che strana idea venire nella nostra storia così!
È compito di ciascuno di noi lasciarci toccare e dare credito a questo messaggio di novità, fare in modo che la bellezza e la profondità del Natale non vengano appannate dalla routine e dall’abitudine, ma rimangano “fresche”, per consentirci di vivere questi momenti con tutta l’intensità che meritano.
Purtroppo i segni e le notizie che ci provengono ogni giorno da ogni parte del mondo non ci aiutano in questo senso. Anzi, anche a queste notizie, rischiamo ormai di fare l’abitudine e di non dare più il giusto peso. Violenze, guerre, attentati, soprusi popolano così assiduamente le pagine dei giornali e le notizie su internet e in televisione che a volte quasi non ci fermiamo nemmeno più a riflettere o a pensare su quanto sentiamo che sta accadendo nel mondo….. eppure – lo ripetiamo spesso nelle nostre scuole – desideriamo che il detto di Padre Nadal “Il mondo è la nostra casa” sia autenticamente e realmente vissuto nei nostri ambienti educativi. Vogliamo come dice sempre Papa Francesco imparare ad avere cura per la nostra casa comune
Come possiamo allora conciliare la novità e bellezza del Natale, espressa nella piccolezza, nella delicatezza e nella fragilità di un bimbo appena nato, con quanto talvolta viviamo e sentiamo attorno a noi?
Come spesso succede nella scuola e questa è una delle sue magie, sono i più giovani che aiutano a guardare al mondo con fiducia e con speranza…. Non sapete quante volte noi adulti educatori siamo colpiti dalle frasi e dai sentimenti che emergono nella vita di classe e nel tempo che condividiamo. A volte proprio la vostra età, la scuola media e i primi anni del liceo, in cui crescere è anche un po’ difficile è una miniera di intuizioni e di sogni che quando sappiamo ascoltare ci meravigliano e ci aiutano. E così a scuola impariamo anche noi e nel rapporto tra le generazioni possiamo aiutarci a costruire un mondo migliore.
Anche in questo hangout c’è tanto da imparare da voi…Perché…. anche in questo hangout, abbiamo ricevuto da voi segnali e spunti di apertura, di attenzione agli altri, di condivisione. In tutte le nostre scuole so che numerosi sono stati (e lo sono tuttora!) i progetti missionari, le condivisioni, le iniziative benefiche, i gemellaggi con realtà e persone in tutto il mondo che sono meno fortunate di noi. Penso al concerto di Palermo, al CD di Napoli, al Progetto Effatà di Torino, al campo a Sighet dove stiamo per andare…. Tutti questi gesti, piccoli e grandi, diventano in questo Natale espressione concreta del potere sconvolgente dell’amore, dell’attenzione al prossimo e della fratellanza in tutto il mondo.
E allora questo suscita in me un primo sentimento di ringraziamento. Ringraziamento per tutte queste belle iniziative, per quanto viene fatto nelle nostre scuole per aiutare i nostri ragazzi a crescere con una attenzione speciale all’altro, a chi ci sta accanto, a chi è vicino come a chi è lontano. Continuate a insegnarci questa apertura e questa attenzione!
Ma questo Natale è per me anche occasione per un sentimento di ringraziamento e di gratitudine ancora più grande. Finisce infatti con oggi il mio lavoro di coordinamento della Rete delle scuole dei Gesuiti in Italia. Da gennaio lascerò l’incarico di Presidente della Fondazione Gesuiti Educazione e al mio posto subentrerà il Padre Jimmy Bartolo, Rettore del nostro Collegio di Malta. Proprio oggi, durante l’ultimo consiglio di amministrazione della Fondazione Gesuiti Educazione di questo anno 2017, la scuola di Malta entrerà ufficialmente e a pieno titolo nella nostra rete. Così la nostra rete cresce, si allarga, si rafforza e diventa sempre più internazionale…. E conseguentemente…. Cambiano anche le responsabilità al servizio di questa bella realtà che è l’apostolato educativo della nuova Provincia Euromediterannea. Certamente questo è un grande motivo di ringraziamento al Signore in occasione di questo Natale.
Dal prossimo anno…. non mi vedrete più negli hangout…. Mentre provo a dirvi qualcosa con una certa emozione, anche per la mia timidezza. Non preoccupatevi però …. molti di voi non si libereranno così facilmente di di me perché continuo a lavorare nelle scuole e nella rete: a Torino e a Milano come presidente dei consigli di amministrazione del Sociale e del Leone e a Palermo, dove da Gennaio divento Direttore Generale. Nel frattempo continuerò anche ad occuparmi della formazione dei docenti. Per questo, il mio non è un “addio” , ma solo un saluto pieno soprattutto di gratitudine.
Penso intatti che in occasione dei cambiamenti importanti, sia naturale e spontaneo, ma anche giusto, guardarsi indietro, ripercorrere il cammino percorso insieme e ringraziare il Signore per quanto ha operato in mezzo a noi e attraverso di noi. Inevitabilmente ripenso a quanto abbiamo camminato insieme in questi anni, ai tanti momenti vissuti in ogni scuola così come i momenti vissuti tutti insieme. Penso….a partire dai più grandi tra voi…. alle gite dei maturandi in Cina e in Russia, ma anche a Diamoci un tono, alle diverse edizioni del Convegno I Gesuiti e la Storia, agli scambi tra le scuole, ai vari Kairos e agli Esercizi Spirituali, ai campi missionari estivi. Penso anche a quanto abbiamo condiviso con i dirigenti della nostra rete e con vari gruppi di professori in tante occasioni di incontro e lavoro comune.
È stato un lungo cammino di conoscenza, di convergenza, di progressiva comunione, che ci ha portato, non senza fatiche e difficoltà, a costruire una vera rete tra le nostre scuole, con una sua struttura, organizzazione e veste anche legale (che è la Fondazione Gesuiti educazione) , ma soprattutto con un uno spirito comune sempre più forte, fondato sulla condivisione dei valori, della nostra pedagogia e del nostro modo di operare. Abbiamo affrontato con coraggio molte sfide, costruendo risposte impegnative e solide. Di tutto questo dobbiamo prima di tutto essere grati al Signore e poi a ciascuno di noi per il proprio impegno personale e la propria partecipazione.
In questo momento tantissimi sono i ricordi delle tappe fondamentali che abbiamo vissuto insieme in questi anni. Ripenso a tanti grandi eventi significativi vissuti in ogni Collegio, insieme agli ancora più numerosi (ma per questo non meno importanti) eventi quotidiani (incontri, momenti comuni, riunioni, lavori, celebrazioni). Penso però che una grande immagine possa riassumere in sé questi anni e sintetizzarli efficacemente: l’incontro a Roma di tutte le nostre scuole con Papa Francesco nel 2013. Da pochi mesi era stato eletto questo nuovo Papa, il primo gesuita, proveniente dalle periferie del mondo. Non lo conoscevamo ancora bene come oggi, anche se già intuivamo la forza e la grandezza che dirompevano nella sua persona umile e semplice. Ho ancora impressi negli occhi e, soprattutto, nel cuore, le immagini, i suoni, le parole e le sensazioni di quel sabato mattina. L’Aula Paolo VI in Vaticano era un arcobaleno di colori grazie ai diversi fazzoletti di ciascuna delle nostre scuole. Lì abbiamo davvero toccato con mano la nostra vera rete, la nostra vera forza. Lì eravamo (forse per la prima) davvero tutti uniti anche fisicamente, raccolti attorno a Papa Francesco! Ricordo con emozione (e l’ho citato e ricordato spesso) …. quando, chiamando scuola per scuola, giunto il momento di Scutari, si è levata una voce un po’ più debole e allora tutti gli altri, come per sostenere e incoraggiare, si sono uniti in un applauso e in un grido di incoraggiamento e di amicizia. Questo è il vero spirito della nostra rete, che dobbiamo coltivare, promuovere e difendere con grande passione ed energia!
In fondo è un po’ questo lo spirito anche del Natale: tutti riuniti insieme attorno ad un bambino, debole, fragile. Un Amore all’apparenza così fragile ma che unisce, che lega, che sostiene vicendevolmente, vicini e lontani….
In questo momento di saluto grato, posso dire con umiltà di aver lavorato a servizio di questo progetto comune (e la rete è proprio in se stessa qualcosa di fragile ma che però può “pescare grossi pesci”…. E può contenere, includere, raccogliere, valorizzare… ) Ho lavorato certo dietro le quinte e pochi di voi ragazzi mi conoscono personalmente e….forse per voi ragazzi sentire parlare di Fondazione, di ruoli e responsabilità, può apparire anche in questo momento come qualcosa di astratto, lontano, difficile da capire.
Posso però dire che c’era bisogno di questo lavoro perché le nostre scuole continuassero ad offrirvi un sogno alto, grande ed esperienze importanti… e questo ha voluto dire per me talvolta fatica e solitudine. In molti momenti difficili pensavo a voi, ai bambini, ai giovani… al loro diritto di crescere sentendo la loro vita un dono importante da scoprire e da giocarsi con animo grande, come ci aveva detto proprio Papa Francesco in quell’udienza del giugno 2013.
Pensavo ai vostri docenti educatori dirigenti che fanno un lavoro prezioso che bisognava sostenere senza risparmiarsi perché è un tesoro troppo prezioso che deve trovare le condizioni per esprimersi anche in un contesto come quello italiano che riconosce solo a parole le nostre scuole come paritarie (ma non le aiuta ad avere i mezzi necessari per offrire il servizio che si sentono chiamate a svolgere). Pensavo a tutte quelle persone non docenti (il back office) che con il loro lavoro umile e non visto permettono ad altri di stare con i ragazzi e di aiutarli a crescere.
Vorrei ringraziare ciascuno di loro e ciascuno di voi per tutto il sostegno che avete dato a questa stimolante avventura di una proposta educativa alta e bella nella nostra Provincia come sono oggi le nostre scuole. Chiedo scusa se talvolta sono stato troppo esigente o insistente o impaziente… soprattutto con le persone che mi sono state più vicine. E’ un po’ il mio modo strano di voler bene!
Sono sicuro di lasciare tutto questo lavoro in buone mani: quelle del nuovo coordinatore, Jimmy Bartolo, che ringrazio per il passaggio di consegne e per il rispetto e la fraternità usata con me in questi mesi, quelle del direttore Guido Bigotto e dei tanti collaboratori della Fondazione, ma anche quelle di ciascuno di voi che fate la scuola, dirigenti, docenti, alunni che avete contribuito alla nuova costruzione di questa nostra bella missione comune e che continuerete certamente a farlo … e naturalmente alle mani del Signore, che ancora in questo Natale ci dice che vuole stare dalla nostra parte e dei nostri sogni ed imprese più importanti e più vere.
Qualcuno, tempo fa, mi ha dedicato una poesia “Non so dire parole, sono un uomo che sogna”. Sì, penso che in questi anni ho sognato per le nostre scuole e chiedo ora in questi auguri di Natale che il Signore vi vi dia di sognare in grande come dice Papa Francesco una vita autentica, bella, piena e una nuova umanità di pace e giustizia.
Vi propongo un ultimo video con una preghiera che ho usato ieri per la Messa di preparazione al Natale del Leone XIII, dove una bella immagine suggeriva la dignità che il Signore dà alla nostra vita
Siamo chiamati a “mettere ali come aquile” e ad avere un’ala di riserva per chi invece vicino o lontano che sia è più sfortunato, pensa che la propria vita non valga o valga meno, è buttato o si butta via. No Signore, il tuo Natale non ci consenta di rinunciare a credere che ogni uomo ha diritto alla sua ala…. E per questo donaci di mettere ali come aquile e donami per lui un’ala di riserva. (guarda il video)
Buon Natale a tutti!
P. Vitangelo
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