Assisi. Carlo Acutis, un ragazzo stra-ordinario
Un ragazzo “normale”, che giocava a pallone nella piazzetta sotto casa, amava la playstation e usciva con gli amici.
Nel VIDEO INEDITO a promozione del volontariato da lui ideato e realizzato mentre era all’Istituto Leone XIII lo vediamo allegro e rumoroso in classe assieme ai suoi compagni, prima dell’inizio delle lezioni. Ancora oggi, rivedendo quelle immagini, la sua risata, la sua gioia, ci rallegra, è contagiosa.
Clicca qui per vedere il VIDEO INEDITO “Con gli occhi di Carlo”.
Ciò che lo contraddistingueva era la capacità di sapersi divertire, ridere e scherzare con tutti, anche e soprattutto con le persone messe ai margini dalla società: la sua era una “gioia inclusiva”.
Alcuni conoscenti di Carlo, che erano portinai dei condomini nella zona del Leone XIII, lo ricordano con una straordinaria malinconia, poiché Carlo andava a quotidianamente a salutarli e li trattava come veri e propri amici. Anche i suoi ex compagni di classe lo cercavano sempre perché era un ragazzo solare e straordinario nella sua semplicità.
È proprio questo suo essere se stesso che lo rende santo. Vorrei arrivare a una conclusione dicendo che Carlo è il tipico “santo della porta accanto”, come viene definito da Papa Francesco. Io sono d’accordo con quanto dice Papa Francesco: Carlo è il santo della porta accanto perché è santo nella sua ordinarietà, nel quotidiano. Carlo elargisce il bene tutti i giorni vivendo la sua vita come un ragazzo normale.
Ora lo immagino mentre con le sue sneakers, la sua felpa e i suoi jeans passeggia sorridendo in paradiso, ma mi piace ricordare che quelle stesse sneakers hanno camminato sulla terra, lasciando un segno nella quotidianità delle sue giornate.
Federico De Nicolo
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