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Ecco il “viaggio della speranza” dell’Istituto Sociale di Torino

Cosa racconta di noi questa storia? Perché il mondo è anche nostro? 

Ecco alcune delle riflessioni che hanno accompagnato i protagonisti di questa storia, ovvero gli studenti e le studentesse del secondo liceo dell’Istituto Sociale di Torino. Il loro viaggio d’istruzione in Val di Susa è stato accompagnato dalle sempre attuali parole di Papa Francesco, che hanno aperto la sua Enciclica “Laudato si’”: “Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale“.

Lo scorso 4 ottobre partendo da Oulx i ragazzi e le ragazze hanno parlato di natura, di ecologia, di futuro e della società in cui crescono ogni giorno grazie anche al clima di riflessione che solo tragitti immersi nella natura possono concedere. Qui hanno poi celebrato l’Eucarestia, baciati dal sole e dai venti di una cattedrale naturale di quasi 300 metri, il monte Cotolivier. 

Ed è qui che, insieme ai professori Gimigliano, Ghiggia e Lussiatti, i giovani hanno potuto provare l’esperienza della grandezza del Creato, della gratitudine e della compassione: nel pomeriggio, infatti, i ragazzi e le ragazze hanno raggiunto Silvia e Stefano, due operatori del Rifugio Fraternità Massi. Qui hanno trovato ospitalità ed accoglienza verso i migranti di passaggio verso la Francia: quest’esperienza non solo ha permesso ai ragazzi ed alle ragazze di toccare con mano una realtà per noi ormai quotidiana, ma hanno fatto il primo passo verso un più completo inserimento all’interno dei percorsi di sensibilizzazione sul tema delle migrazioni proposti dal Centro Astalli e a cui l’Istituto Sociale in passato ha già partecipato. 

Raccontando l’impegno quotidiano in un contesto così delicato” scrive la professoressa Luciana Lussiatti dell’Istituto Sociale “Silvia ha suggerito a tutti i presenti di porsi questa domanda: che ci azzecca tutto questo con me?”. 

Ognuno potrebbe essere il migrante che fugge dal Sudan in guerra” continua la penna “o dalla Tanzania, dove le piantagioni di caffè sono state distrutte dalla desertificazione. Ognuno potrebbe essere quel minore non accompagnato che arriva in un paese straniero solo, senza punti di riferimento, senza conoscere la lingua”. 

Per i giovani ospiti del Rifugio questi viaggi sono dei giochi d’azzardo contro il destino: e tu, scommetteresti la tua vita?

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